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Chiesa di San Fedele Milano Domenica 19 aprile 2015
DONNE & SACRO Musica nei monasteri femminili del ‘600
Musiche di: suor Caterina Assandra e suor Isabella Leonarda
PSALLITE ENSEMBLE
Beatrice Palumbo, soprano - Marta Fumagalli, alto
Barbara Altobello, violino - Maria Cecilia Farina, organo
ISABELLA LEONARDA Queste ch’a Voi consagro (mottetto per soprano e organo)
TESTO LATINO E TRADUZIONE
Surge, o felix anima, o Christi sponsa nobilis
surge terras anima ad caelum
laeta suscipe elevare ad sydera.
In hoc mundo rebelli
immixte sunt veneno delitiae,
lux fugatur caligine in momento
perit voluptas extrema
gaudii occupat fletus.
Ab hoc fuge, ad caelum aspira
ubi campis olimpicis
flores semper rident et numquam tabescunt.
Ad felicia regna conspira
ubi gaudia ubi amores
indeficiens tribuit pax
O Sion beatissima, o clara civitas aeternae lucis,
quis non desideret te,
quis non properet festino gressu ad te,
dum sola tu es quae reples viscera dulcedine.
Non frustra laborat qui fugit mundana,
qui deferit vana ut habeat te.
Invanum non orat qui quaerit tormenta
ad caeli contenta ut elevet se. Alleluja.
TRADUZIONE
Sorgi, o anima felice, o nobile sposa di Cristo,
innalza, o anima, le terre al cielo,
fa’ in modo di elevarle alle regioni beate dei cieli.
In questo mondo ribelle
le delizie sono mescolate al veleno,
in un attimo la luce è fugata dalle tenebre,
l’estrema voluttà perisce
il pianto prende il posto della gioia.
Fuggi da tutto questo, aspira al cielo,
dove, nei campi olimpici,
sempre ridono i fiori e non appassiscono mai.
Fa’ in modo di conquistare i regni felici
dove la pace che non viene mai meno
distribuisce gioia e amore.
O beatissima Sion, straordinaria città d’eterna luce,
chi potrebbe non desiderarti,
chi non affrettarsi a passo veloce verso di te,
poiché tu sola riempi di dolcezza nel profondo.
Non si affatica invano chi fugge le cose mondane,
chi rimanda le cose vane per conquistarti.
Non prega invano chi cerca i tormenti per elevarsi
alle gioie del cielo. Alleluja.
NOTA
Alla fine del Cinquecento, lo storico milanese Paolo Morigia menzionava la straordinaria fioritura di attività musicale nei conventi dell’Italia Settentrionale al suo tempo: “Quasi tutti i monasteri delle monache fanno professione di Musica, così del suono di più sorte d’instromenti musicali, come di cantare. Et in alcuni monasteri ci sono voci tanto rare, che paiono angeliche, e a sembianza di sirene allettano la nobiltà di Milano d’andargli ad udirle”.
La musica liturgica veniva scritta e cantata dalle stesse suore, esperienza unica in cui si giungeva a un’ideale di più forte aderenza tra vita e l’ufficio divino, proprio attraverso il lavoro musicale. La qualità artistica delle opere pervenuteci di C. Assandra e I. Leonarda è elevata. Sono opere completamente integrate nel contesto di allora della seconda pratica, della monodia sobria, pienamente aderente al testo e sostenuta dal basso continuo.
Il genere del mottetto consisteva in un’opera musicale, “con abbondanti figur